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Dovremo tutti andare sulla luna, oppure venire al Festival di Anagni

    La serata bianca del Fuori Festival di Anagni è iniziata ‘alla grande’ e siamo stati felici di essere stati il corollario di uno spettacolo che ha trascinato il pubblico in uno stato di puro godimento.

    A leggere il titolo ci si poteva atterrire, ‘L’Orlando Furioso’ di Ludovico Ariosto, anche se il nome di Roberto Mercadini lasciava presagire una sottile leggerezza. Ed infatti Roberto ci ha accompagnato alla scoperta di un autore che è più surrealista di Calvino e più ironico di Pelham Grenville Wodehouse. Solo che faceva questo 5 secoli prima!

    Secondo Sciascia la realtà supera sempre la fantasia, ma secondo Roberto Mercadini la fantasia di Ludovico Ariosto supera di gran lunga la fantasia convenzionale e quindi la realtà.

    Lo spettacolo (monologo di Roberto) è iniziato chiedendosi come una scaramuccia come quella di Roncisvalle sia diventata così popolare insieme alla storia di Orlando.

    Ma poi, in fondo, l’Orlando Furioso non è la storia di Orlando ma la storia di tanti personaggi surreali immersi fra magia, contro-magia e spavalderia.

    Alla fine, penso che dovremo andare tutti a riprenderci il senno sulla luna calvando un ippogrifo o, in alternativa, cercare il nostro ‘anello disincantatore’. Prometto che lo farò sin da oggi!

    Dopo i lunghi ed interminabili applausi del pubblico a fine spettacolo, è tornato il Fuori Festival con l’angolo interviste dedicato all’attore e ai 30 anni del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni e alla firma degli autografi da parte di Roberto Mercadini.

    Intanto i produttori hanno guidato il pubblico agli assaggi delle loro eccellenze raccontando la loro storia e il loro legame con Anagni.

    Una cosa ci ha sorpreso positivamente, abbiamo trovato persone giovani e preparate con un profondo amore per la loro scelta di vivere ad Anagni (e nell’Alta Ciociaria) e di lavorare nell’agricoltura.

    Partiamo da Francesco Trimani con un bianco del 2020 veramente intrigante: Strada Bianca. Il nome viene dalla strada che separa il vigneto dove viene raccolta l’uva di questo vino prodotto con passerina, bellone e malvasia. Roberto ci ha fatto entrare nei profumi di questo vino che dimostra come anche i vini bianchi del Lazio abbiamo raggiunto un livello di eccellenza. Roberto è rimasto fino a tarda serata mentre Maria Vittori guidava all’assaggio della passerina della Cantina Sociale del Piglio, una delle prime cantine sociali del Lazio.

    A proposito, Stradabianca è un Anagni IGT e ricordiamo che Anagni è uno dei pochi territori a poter avere questa denominazione!

    La serata ‘bianca’ aveva come tema la mozzarella e nella zona Tufano di Anagni ci sono molte aziende zootecniche. Mauro Marocca del caseificio Il Casale ci ha guidato alla scoperta della sua azienda facendoci assaggiare mozzarella di bufala, mozzarella vaccina e formaggi caprini e ovini. Un vero tripudio del bianco per un ragazzo che chiude tutto il ciclo produttivo e che garantisce la genuinità dei suoi prodotti. Mauro ci ha anche fatto assaggiare dell’ottimo miele e dei salumi che hanno accompagnato perfettamente il vino.

    Il titolo di produttore più giovane della serata (e più felice) va a Francesco Bracci che ha ripreso l’azienda del nonno facendola crescere. Ha presentato i suoi ortaggi, ma la vera eccellenza sono le carni di mucca di razza Limousine che alleva qui ad Anagni. Da due anni ha aperto una macelleria insieme alla fidanzata e il suo sogno è continuare a crescere volando in alto ma rimanendo sempre con le radici ben piantate in Anagni.

    La mozzarella è stata accompagnata dall’olio Torre Ercolana, una azienda storica di Anagni oggi guidata dalle due sorelle Pilozzi che hanno anche aperto il loro frantoio interno (oggi aperto anche ad altri imprenditori). Il loro olio Torre Ercolana è un blend dei cultuivar Moraiolo, Leccino e Frantoio che sono tipici della zona di Anagni e vengono da un oliveto che si trova a circa 400 metri di altezza.

    E in una serata non può mancare il pane grazie al forno Antichi Sapori di Sgurgola ma soprattutto alle farine del Mulino Pesoli. E qui Giovanni (detto Gianni) Pesoli merita una considerazione a parte perché è il riferimento di tutti noi produttori di grano (noi con Donna Vittori di Paliano) e macina da 3 generazioni ad Anagni. La sua maestria è talmente riconosciuta che fra i suoi clienti annovera Bonci e Netflix lo ha inserito in una sua serie sul pane.

    Per chiudere la serata abbiamo degustato la frutta in grappa e le confetture dell’Angelo della Frutta di Sgurgola. La storia di Angelo (di sua moglie Luciana e oggi anche della loro figlia) nasce dal desiderio di reinventarsi dopo la chiusura della fabbrica dove lavorava ed è rappresentativa del percorso di molte persone della Valle del Sacco.

    Industrializzazione degli anni ’60 e ’70 con perdita di colture e di cultura agricola e ritorno alla terra dopo le crisi degli anni 2000 con una nuova mentalità, con la voglia di vendere prodotti trasformati e di creare profumi e sapori unici della nostra terra, l’Alta Ciociaria.

    Un ringraziamento alla Proloco di Anagni per il prezioso aiuto e il supporto nell’attività dei sondaggi in cui stiamo coinvolgendo gli spettatori del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni.

    Ci vediamo alla prossima serata dedicata alle bollicine!

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